Il 9 giugno 2023 emerge come un faro nel complicato oceano delle cripto-attività europee, con la pubblicazione ufficiale del Regolamento (UE) 2023/1114, più noto come MiCAR, che inizia a tessere la sua rete normativa solo dopo l’intervallo di 12-18 mesi.
Di fronte a un’Europa sussultante per la febbrile diffusione delle cripto-monete, le nuove normative nascono dalla necessità di preservare il fragile equilibrio economico e sociale del Vecchio Continente, scongiurando una destabilizzazione dei mercati finanziari. Tuttavia, in questo fervido tentativo, assistiamo a Paesi che, seppur sotto la stessa bandiera stellata, muovono passi discordanti, dando vita a un panorama frammentato e competitivamente diseguale.
Il MiCAR si presenta come baluardo di sicurezza per imprese e risparmiatori, promettendo di lisciare le rughe delle disparate leggi nazionali. Introduce per la prima volta una definizione di blockchain che tenta di assimilare errori e consigli del passato, ma che stranamente omette di citare elementi cardine come la crittografia e il rewarding.
Il coro di elogi che accoglie il regolamento non riesce a soffocare le perplessità legate all’ombra allungata della bancarizzazione. L’innovazione, che abitualmente germoglia dal terreno fertile del basso, si trova a navigare in acque tumultuose, poiché il MiCAR, pur favorendo le grandi entità aziendali, sembra erigere barriere all’ingresso delle piccole realtà innovative.
La tela normativa dipinta da MiCAR lascia poi in eredità a istituzioni di controllo, quali l’Esma e l’Eba, il compito di delinearne i contorni precisi, con definizioni e linee guida da stabilire entro il 29 giugno 2024. In questo scenario, token di natura "ibrida", oscillanti tra le sponde del consumo e della finanza, aggiungono ulteriori strati di complessità.
Le stablecoin, in particolare, si trovano a dover navigare in acque regolate, con emittenti che si devono conformare a obblighi e vincoli, mentre entità come Tether avanzano a passi da gigante, assumendo posizioni di rilievo nel panorama finanziario globale.
Nel calderone di incertezze e regole, il futuro delle criptoattività sotto il cappello MiCAR appare nebuloso. Riuscirà l'Europa a imporre i propri standard, o si troverà a capo di un mercato reso meno appetibile dall'eccesso di compliance e regolamentazione? Le sorti di un settore che si è sviluppato su un’ideologia di libertà e minimo intervento statale, ora pende in un equilibrio delicato, mentre il sipario si alza su un palcoscenico ancora da definire.
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